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Intervista a Gianluca Marconi

Gianluca Marconi con il presidente PlancaOggi intervistiamo Gianluca Marconi, fondatore dei Daemons Cernusco, ed attuale Direttore Generale:

D: Gianluca, raccontaci un po’ come sei arrivato a fondare un team di football americano?
G: Dopo aver lasciato questo sport dal punto di vista attivo nei primi anni Novanta il fenomeno football americano in Italia conobbe un periodo abbastanza travagliato con scarso interesse da parte degli utenti e poca visibilità nel panorama sportivo e me ne allontanai a malincuore.
Agli inizi del 2004, casualmente, incontrai un ex compagno di squadra Sironi Paolo che mi invitò ad un incontro con il management di una nuova squadra in formazione i Daemons .
Una sera a cena incontrai Matteo Planca, Presidente ed altri collaboratori del team e subito ebbi l’impressione che non era il solito tentativo raffazzonato di formare una nuova compagine ma vi era già un programma a lungo termine sebbene molto velleitario ed embrionale.
Acettai non senza riserve di entrare a far parte della squadra con ruoli sempre più impegnativi sino all’attuale.

D: Cosa pensi dell’attuale scelta di disputare un campionato senza americani?
G: Condivido pienamente quanto deciso in fase preliminare in quanto il programma Daemons già da alcuni anni aveva privilegiato la crescita del potenziale interno a partire dai team flag e tackle e, sebbene positiva, l’esperienza nella massima serie dell’anno scorso aveva interrotto in parte lo sviluppo di alcuni aspetti dell’iter operandi dato l’enorme ed esclusivo afflusso di risorse finanziarie verso la prima squadra.
Onestamente penso sia stata una scelta obbligata in parte anche dalla congiuntura economica generale attuale che vede un’estrema difficoltà nel reperimento delle risorse tramite gli sponsor commerciali.

D: Come vedi il football americano in Italia? Cosa si potrebbe fare per aumentarne la visibilità?
G: Il football americano in Italia sta vivendo una seconda giovinezza grazie all’impegno di un nuovo management responsabile e soprattutto credibile ed esperto.
Il programma di riqualificazione di questo sport deve obbligatoriamente passare attraverso un progetto di formazione continuativo ed assiduo nelle scuole che nel tempo darà sicuramente risultati eccellenti.
I Daemons sono attivi ormai da quattro anni con un progetto molto importante e strutturato nelle principali scuole medie e superiori del territorio, tale programma ha già fatto registrare esiti decisamente molto buoni grazie anche alla collaborazione delle scuole stesse.
Circa la visibilità sarebbe auspicabile un incremento delle ore/trasmissione nei principali network sportivi ancora troppo esigue rispetto al numero e novero dei team coinvolti nel campionato che negli ultimi anni hanno prodotto atleti richiesti anche oltreoceano e di conseguenza maggiori investimenti anche da parte della Federazione.

D: Sei stato un giocatore, quali sono le differenze che noti con il football odierno rispetto ‘ai tuoi tempi’ ?
G: I tempi sono difficilmente equiparabili in quanto probabilmente negli anni ottanta e novanta vi erano criteri di selezione diversi e forse più restrittivi rispetto ai tempi attuali dove spesso la scarsità degli atleti e le esigenze del minuto portano ad adattarsi.
Le principali differenze sono riscontrabili dal punto di vista tecnico, come per molti sport il naturale miglioramento atletico delle nuove generazioni ha velocizzato la dinamica degli schemi e delle tattiche di gioco.
La preparazione dei coaches coinvolti deve obbligatoriamente essere sottoposta a continui aggiornamenti e questo dovrebbe poterci rendere competitivi almeno a livello Europeo nel breve termine.
Rispetto alle altre Nazioni europee rispetto a qualche anno fa in Italia ora è difficile reclutare atleti in alcuni ruoli “pesanti” quindi di linea sia d’attacco che in difesa e questo è abbastanza vincolante nella stesura e svolgimento dei playbook di gioco.
Sono molto fiducioso nel progressivo adeguamento agli standard internazionali visti i risultati degli ultimi anni

D: Cosa ti ha dato il football, e cosa ti senti di dare in futuro?
G: il football mi ha dato e continua a dare molto , il sorriso di un atleta che per la prima volta indossa l’armatura o la stretta di mano di un coach o di un genitore contento della vittoria mi emozianano ancora tantissimo e, fino a quando sarà così, sarà il pane per continuare a lavorare per questo sport.
Ci sono all’interno del team persone splendide che rendono possibile la realizzazione quotidiana di un sogno che ormai da nove anni occupa parte della mia giornata.
Grazie.

Grazie a te Gianluca!

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